Tuesday 8 November 2011

Elezioni subito

Il governo Berlusconi si avvia verso il tramonto e già si parla insistentemente di esecutivo tecnico, chiesto anche da Veltroni. In precedenza, Scalfari aveva espresso lo stesso concetto. Entrambi sostengono che in mezzo alla buriana della crisi non si possa votare. E perchè? La Spagna lo fa, senza problemi. Anzi, l'annuncio del voto ha contribuito a far calaregli attacchi speculativi. Ma soprattutto la domanda che sorge spontanea è: se la legislatura fosse giunta alla sua fine naturale, si potrebbe votare nel mezzo della crisi? O dovremmo sospendere la democrazia perchè i mercati richiedono stabilità?
Questi discorsi sono rischiosi, ancorchè legittimi. Si vuole il governo tecnico perchè faccia le riforme, ma che tipo di riforme? Quelle che decidono i cittadini o quelle che "ci chiede l'Europa", che "ci chiedono i mercati"? In democrazia sono gli elettori a scegliere e dovrebbero essere i parlamenti e non "i mercati", come sosteneva ieri Giannini, a votare la sfiducia. I cittadini hanno il dovere di scegliere tra più alternative, soprattutto davanti a mesi che si profilano drammatici. La casta di politici e gran commis di stato non può arrogarsi il diritto di scegliere per gli altri, diritto basato su non si sa bene che presunta capacità di discernere meglio della plebe.
Solo un governo votato dagli elettori su un programma chiaro potrà avere la legittimità e la forza di fare uscire l'Italia dalla crisi. Con l'approvazione del popolo (e non con quelle degli operatori di borsa o dei burocrati di Bruxells) si potranno intraprendere anche misure dure.
Altrimenti ci troveremo con governi senza maggioranza politica, sostenuti dal cosiddetto senso di responsabilità. Ma responsabilità verso chi?

No comments:

Post a Comment