Wednesday 30 November 2011

Qualche domanda per Ichino&C.

Con l'ascesa al governo di Monti è tornata di gran moda la figura del professor Ichino, tutte le sere in tv e la mattina sui giornali ad attaccare la FIOM e la CGIL e a perorare la possibilità di licenziare i privilegiati lavoratori che godono, addirittura, della protezione dell'articolo 18.
Ichino, cui non manca la fantasia, si è inventato un termine ad effetto, apartheid. Secondo lui esiste un sistema in cui i giovani vivono di contratti precari - quelli che lui ed i suoi amici peroravano 10-15 anni fa - mentre una parte di fortunati se la godono difesi da leggi "del secolo scorso" che sono proprio la causa delle sfortune dei primi.
Ichino, novello Mandela, si è lanciato nella battaglia contro questo apartheid. La sua soluzione, però è diversa da quella adottata in Sud Africa. Là si sono dati ai neri gli stessi diritti dei bianchi, Ichino preferisce togliere ai bianchi i diritti ed infilarli nel limbo degli sfruttati insieme ai neri. Geniale. Avessero avuto in Sud Africa una persona come lui si sarebbero risparmiati tanti problemi.
Naturalmente Ichino si opporrebbe a tale caricatura (?). Lui vuole dare opportunità a tutti. Vuole la flexsecurity danese, figuriamoci. Ed allora cerchiamo di capire meglio:
- In Danimarca, in effetti, le cose funzionano abbastanza bene. Si può licenziare, ma al lavoratore viene poi pagato lo stipendio dallo stato, viene riqualificato e lo stato stesso gli cerca un lavoro congruo al suo livello di capacità e di reddito precedente. Sa, Ichino e chi lo sostiene, che in Danimarca, per permettersi tale modello di ammortizzatori sociali, il livello di tassazione è circa il 55% del PIL, mentre in Italia è il 46%? Crede Ichino possibile che, insieme al licenziamento selvaggio, sia possibile ORA, SUBITO, ADESSO, aumentare in maniera così drastica la tassazione?
- La libertà di licenziare, sostiene Ichino, darà la possibilità di assumere di più. E' un'idea che fa a pugni con la logica, ma diamola per buona. Potrebbe spiegare allora, il buon Ichino, perchè in un mercato del lavoro in cui già esistono contratti flessibili - quelli dei lavoratori, cosiddetti discriminati - la disoccupazione è così alta? I giovani sono quelli che lavorano da precari, eppure la disoccupazione giovanile è la più alta d'Europa. E' colpa dei privilegi dei vecchi? E' colpa della mancanza di ammortizzatori sociali?
- Infine, Ichino sembra aver perso un passaggio fondamentale del cambiamento in atto nelle economie industriali avanzate. La competizione sul prezzo - cioè sullo sfruttamento del lavoro - è destinata a fallire. C'è sempre qualcuno che prenderà un salario inferiore. Le industrie, per sopravvivere, devono puntare su investimento in capitale umano e tecnologia per aumentare la produttività. Si è accorto Ichino che negli ultimi 20 anni, in presenza di leggi che flessibilizzavano il mercato del lavoro, la produttività è calata? Colpa dei lavoratori pigri e difesi dall'Art.18? O forse, invece, del fatto che non ha senso investire in capitale umano quando si compete sul prezzo, si abbassano i costi, e si licenziano i lavoratori che costano troppo?

Ichino attacca il sindacato perchè difende un modello di lavoro del XX secolo e non più attuale. Lui, insieme al suo amico Marchionne ed ai suoi sodali, ne propone uno ancora meno attuale, quello del XIX secolo, o forse, invece, quello della Cina contemporanea. Zero diritti, tutto il potere ai padroni delle ferriere. Che poi un personaggio così militi in un partito che, in qualche maniera e con qualche affanno, si definisce ancora di sinistra, beh....è uno dei tanti paraodossi della crisi italiana.

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