Thursday 10 May 2012

Il mito del Monti liberale

Nei mesi scorsi abbiamo tutti potuto vedere come il governo Monti risponda ad una agenda molto precisa che ha poco a che fare con le riforme "liberali". Innalzamento dell'età pensionabile in 3 giorni, ma le liberalizzazioni sono state un disastro. Non parliamo poi dei cosiddetti poteri forti, a cominciare dalle banche, difese in ogni maniera dal governo, inclusa l'istituzione di un fondo di garanzia.
A chi parlava di un governo ostaggio dei potentati economici, si è però sempre opposta la storia personale di Mario Monti, già commissario europeo alla concorrenza (1999-2004) che ebbe il coraggio di sanzionare Microsoft.
Peccato che sia successo pure qualcos'altro durante il mandato di Monti, qualcosa che non fa troppo comodo ricordare. A cavallo del secolo infatti iniziò la più grande concentrazione bancaria dei tempi recenti. Nel silenzio di Monti. Non solo: il grado di interconnessione tra i diversi istituti bancari divenne così elevato che, come si è poi visto, il fallimento di un singolo ente avrebbe portato ad una crisi di sistema.
Il liberale Monti forse non aveva ben presente il vero significato di concorrenza, basata su libera entrate e libera uscita degli agenti economici. E se la libera entrata era garantita, non così la libera uscita, tant'è che come sappiamo si dovette ricorrere ad un bail out generale per salvare le banche, appena 3 anni dopo la fine del mandato di Monti. Insomma, mentre Monti si occupava a tempo pieno di liberalizzare i mercati, si creavano banche too big to fail. Un successo non c'è che dire.
Una possiible spiegazione è che Monti non sapesse fare molto bene il suo mestiere e non conoscesse bene il significato di libero mercato. E questa ipotesi, vedendo come sta gestendo l'economia italiana, non può essere scartata a prescindere. L'alternativa è che per i liberali alla Monti, liberalizzare vuol dire fare gli interessi dei padroni del mercato, altro che competizione.
Ecco, data questa sfilza di insuccessi, prima di pontificare su chi ha generato la crisi, Monti potrebbe guardarsi allo specchio.

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