Wednesday 12 September 2012

Democrazia ed economia - 2: la trappola di Draghi

La mossa della BCE di comprare titoli di debito sul mercato è un passo nella giusta direzione. Sarebbe dovuto anzi essere introdotto molto tempo fa, si sarebbero risparmiati disagi e problemi per Spagna ed Italia ed anche la Grecia - il cui ammontare di debito è relativamente piccolo - sarebbe potuta essere tratta in salvo. Infine la BCE ha deciso di fare quello che tutte le altre banche centrali fanno, usare il proprio illimitato potere di fuoco per rendere irrealistico un attacco speculativo contro un debito sovrano.
Ma è veramente così, e qual'è il prezzo di questa scelta? In realtà il piano Draghi pone una forte condizionalità, gli Stati che decideranno di ricorrere all'aiuto della BCE saranno costretti a riforme economiche decise a Francoforte. Si tratta di un unicuum, nessuna banca centrale al mondo ha il potere di imporre le politiche al proprio stato, qui addirittura abbiamo una istituzione europea il proprio potere sugli stati membri - la sovranità non è più nelle mani del popolo ma dei banchieri centrali.
Una delle colonne del neo-liberismo negli ultimi 30 anni è stata l'indipendenza delle banche centrali, un concetto estremamente anti-democratico visto che questo semplicemente significa che mentre la politica fiscale è decisa dal Parlamento e quindi dagli elettori, la politca monetaria - l'altro bastione della politica economica - è decisa da un gruppo di tecnici senza nessun controllo politico. Per altro la Banca Centrale è un organismo non completamente pubblico nel cui consiglio di amministrazione siedono i principali banchieri privati. In sostanza si è privatizzata una parte fondamentale dell'attività di governo, a solo uso dei mercati. Ora non solo la BCE rimane indipendente, ma mette sotto controllo gli stati, riducendo Parlamenti - ed elezioni - ad una farsa. 

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