Tuesday 9 October 2012

L'arroganza della tecnica

Ci risiamo. Davanti ad uno sforzo unitario della politica per rendere più umana la riforma delle pensioni ecco che il Ministro Fornero alza un muro invalicabile. I partiti presenti in Parlamento hanno trovato un accordo bipartisan (e non è poca cosa!) per rendere un minimo più graduale l'innalzamento dell'età pensionabile. Ma per Fornero questo vorrebbe dire smontare la riforma. E quando mai? La natura della riforma non viene assolutamente cambiata, si introducono semplicemente degli scalini da qui al 2017 per prendere in considerazione la situazione di lavoratori che, dopo aver lavorato una vita ed esser arrivati vicini al traguardo, si sono visti cambiare le regole dalla ministra.
Addirittura la signora minaccia ripercussioni anche in sedi internazionali nel caso vengano prese misure "non adeguatamente ponderate". Da che pulpito! Fu ponderata la sua riforma? Dopo aver studiato il sistema previdenziale una vita, Fornero non si accorse che la sua riforma creava il gigantesco problema degli esodati - cosa che in qualsiasi paese normale avrebbe portato al "pensionamento" immediato del Ministro in-competente. Ma evidentemente a UE e mercati internazionali vanno bene le riforme approssimative a raffazzonate ma non gli interventi a favore dei lavoratori.
Nella logica del Ministro bisogna semplicemente spremere al massimo il lavoro. Ed i primi dati sui pensionandi con lavori usuranti stanno lì a dimostrarlo. Su 12 mila domande, meno di mille sono state accettate, visto che i paletti burocratici ideati dalla riforma rendono virtualmente impossibile accedere ai diritti di chi ha fatto un lavoro che gli ha rotto la schiena. 930 domande accolte su 235 mila lavoratori andati in pensione nel 2011 - questa sarebbe la quota dei lavori usuranti nell'economia nazionale che quella brillante riforma ha artificialmente creato. L'ennesima presa in giro all'italiana.

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