Friday 7 December 2012

L'inesistente relazione tra spread e austerity

Un bel grafico postato da Krugman sul NYT illustra alla perfezione l'ondata ideologica e propagandistica che ha invaso il dibattito politico ed economico in Europa e USA negli ultimi 3 anni.



In blu vediamo l'andamento dei tassi di interesse inglesi, in rosso quelli americani. Sono incredibilmente simili. Peccato però che i 2 paesi abbiano seguito politiche fiscali completamente diverse. Gli USA di Obama hanno foraggiato la ripresa economica e sono ora davanti al bivio del fiscal cliff con la minaccia delle rating agency di svalutare i bond americani se non ci fosse una stretta fiscale. Al contrario in UK il governo di coalizione ha imposto un'austerity a tutto spiano, rivendicandone i successi proprio in virtù di tassi di interesse molto bassi - mentre l'economia reale rimaneva risucchiata in un vortice restrittivo.
La realtà è che non è certo l'austerity (o la sua mancanza) a determinare i tassi di interesse o il cosiddetto spread. Come avevamo già detto, in America i tassi di interesse sui bond addirittura calarono dopo il downgrade del 2011. I tassi di interesse rimangono bassi perché i due paesi in questione sono monetariamente indipendenti e le due banche centrali possono stampare quanta moneta vogliono - non falliranno dunque mai, a meno che non lo vogliano.
A noi invece, proprio in virtù del potere dello spread, sono state imposte politiche di austerity che hanno ucciso la nostra economia, aumentato la disoccupazione, impoverito i lavoratori, tartassato i pensionati. Il tutto in nome di uno spread che è stato abbassato solo dall'intervento di Draghi. Eppure continuiamo ad andare nella direzione dei tagli, senza nessuna vera giustificazione....

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